0ggi il Nowruz, il caodanno Iraniano si celebra sempre con sfaro. Gli Iraniani, anche quelli che vivono all’estero, usano preparare l’haft-Sin (tavola del Nowruz) sedervisi attorno al passaggio nel nuovo anno, indossando vesti nuove, offrendo ai bambini Eidi (rotoli di denaro nuovo), spruzzandosi acqua di rose, mangiando dolcetti celebrando il sizde?be?dar (13 Farvardin o 2 Aprile).
li iraniani musulmani accendono candele come simbolo del rispetto che gli antichi persiani avevano per il fuoco, e pongono il Corano sulla tavola del Nowruz a dimostrare tutta la loro stima che hanno per questo sacro testo. In anni recenti, nell’onorare il Now-Ruz, gli iraniani hanno dimostrato tutto il loro attaccamento ai costumi e alle tradizioni nazionali pur credendo fermamente nell’Islam.
Qualche giorno prima di Capodanno si prendono dei semi di grano e li si mettono in un piatto con un po’ d’acqua a germinare.
I bambini si travestono da Haji Firuz di Babbo Natale occidentale, vestito con sgargianti, pantaloni larghi gillet nero e la faccia Truccata di nero, si truccano e indossano costumi di raso, dai colori brillanti. Questi Haji Firuz cantando e ballando, vanno per Le strade con tamburelli e trombe, e portano il buon umore e la notizia dell’arrivo dell’Anno Nuovo.
La vigilia dell’ultimo mercoledi, l’anno (Chahar Shanbeh Suri), si accendono i falò per le strade e la gente salta sopra le fiamme , gridando: “Dammi il tuo bel colore rosso. E portati via il mio pallore malaticcio!”. I bambini-Haji Firuz corrono per le strade tamburellando su pentole e tegami con cucchiai, chiamati Gashog-Zani, per cacciare fuori l’ultimo mercoledi sfortunato dell’anno, mentre bussano alle porte per domandare offerte.
Alcuni giorni prima dell’Anno Nuovo, in ogni famiglia si stende una speciale tovaglia detta Haft-Sin (che significa “sette S”) sulla quale si mettono sette piatti, ciascuno dei quali, in persiano, inizia con la lettera “S” (sinn). I piatti simbolici sono: “sabzeh” o germogli (erbette fresche germogliate nel piatto), di solito di grano o lenticchie, rappresenta la rinascita; “samanu” o dolce cremoso di germogli; “seeb” o mela, che rappresenta la bellezza; “senjed” o frutto secco dell’albero deI loto, che rappresenta l’amore; “seer” o aglio, che in persiano rappresenta la, medicina; “somaq” o bacche del sumac (spezia di colore rosso usata normalmente per insaporire la carne), che rappresenta il colore dell’aurora; Il “serkeh” o aceto, che rappresenta l’età e la pazienza.
Sulla tovaglia dell’Haft-Sin, detta “sofreh” si pongono anche alcune monete, rappresentano la prosperità e la ricchezza; un cesto con uova dipinte, che rappresenta la fertilità; un pesciolino rosso in una ciotola, che rappresenta la vita; una bottiglia di acqua di rosa, dai poteri magici. Vicino c’è un braciere per bruciare il rue selvatico, un’erba sacra, specie di incenso, il cui fumo cova sotto la cenere fa da guardia agli spiriti cattivi; un vaso di giacinti o di narcisi; uno specchio che rappresenta l’immagine e il riflesso della Creazione, che secondo una tradizione persiana è avvenuta il prime giorno di primavera, il Corano, a ricordare la fedeltà all’Islam. Eid-eh Shoma Mobarak! (Felice Anno Nuovo). Con una cannonata a salve sparata dai militari si annuncia a Tehran l’arrivo dell’Anno Nuovo. Baci e abbracci e scambio di auguri: generalmente la festa è strettamente tra i familiari, i quali poi cominciano a scambiarsi i regali: si tratta generalmente di banconote nuove fiammanti.
La festa di Capodanno dura 12 giorni, cioè i primi 12 giorni dell’anno.
Il 13° giorno per ogni persiano è obbligatorio essere fuori casa: secondo la tradizione questo è l’unico modo per tenere gli spiriti maligni lontano da casa. Nel loro estremo tentativo di entrare, essi suonano e se non trovano nessuno se ne vanno. Se invece e’ è qualcuno che apre, gli spiriti malvagi entrano e ciò è di cattivo augurio per chi vi abita. Così tutti fuori casa, a fare picnic.
E’ qui che le famiglie Portano le erbette fatte germogliare per Capodanno perchè è usanza gettarle nel fiume che le porta via come segno bene augurante. Le donne, specie le ragazze da marito, le annodano prima di buttarle in acqua come auspicio di un sicuro e duraturo legame d’amore con il loro uomo.